L'USO DELL'IPNOSI

"Cari amici e colleghi, in risposta alla richiesta di un medico, rispondo alle affermazioni dell'autore e alle sue citazioni tratte dalle pubblicazioni scientifiche americane. E' un botta e risposta, una lettura leggera, e non desidero aprire alcuna discussione. Se vi piace usatelo, altrimenti cancellatelo."

Derrel Sims

 


Verità e Inganno dell'ipnosi.

Benché spesso denigrata quale pio desiderio o truffa, l'ipnosi si è dimostrata essere un fenomeno reale con una varietà di usi terapeutici - specialmente nel controllo del dolore.

[DS] Assolutamente sì.
Per quanto riguarda il recupero dei ricordi … be', trattandosi del proprio cervello … allora starei molto attento a chi facesse tale lavoro … è solo il mio pensiero. Non ho trovato tanta competenza là fuori, nell'ambito del recupero di ricordi sicuri. Non è per dire che "il ricordo non è stato recuperato" ma quanto, e quanto sia connesso con un aspetto che riguarda il "richiamo" della memoria stessa - che è un fatto allucinatorio. L'ho dimostrato a una recente conferenza del Mufon, a Ventura, avvenuto sotto la presidenza di Diane Johnson (devo dire che è stato meglio degli altri). Ho preso un'ipnotista dal pubblico e l'ho ipnotizzata. Poi ho messo in atto una tipica "messa in scena ipnotica" con lei. L'ho fatta viaggiare in un autobus su una vecchia strada traballante. Saltava come se fosse su un simile autobus. Ebbe molto freddo, come se la finestra fosse aperta e ci fosse un acquazzone. Cominciò a sudare immediatamente come il sole tornò a splendere caldo, eccetera.
Poi l'ho riportata fuori dallo stato ipnotico. Le ho chiesto cosa fosse successo … Lei descrisse con grandi dettagli affinché noi meditassimo sul suo candore e la sua lucidità nel riferire ciò che aveva provato … (non ciò che era veramente un ricordo, ma un richiamo della memoria). L'ho guardata in modo diretto e le ho detto: "Tesoro, non c'era nessun autobus…" Per lei era ugualmente valido … c'erano state solo le sensazioni. Lei sapeva anche che non c'era stato nessun autobus. L'affermazione era necessaria per il pubblico. Allora cominciò la parte divertente. Ho preso un'abdotta vera con esperienze vere … e non l'ho ipnotizzata per niente. L'ho detto al pubblico (che contava parecchi ipnotisti notevoli, ed erano presenti uno psicologo e uno psichiatra - almeno, così si sono presentati). Ho chiesto alla signora di ricordare semplicemente un evento che fosse piuttosto concreto per lei - ho ascoltato la sua storia di recente, perciò ero piuttosto sicuro (seppure relativamente) della sua psicologia (il 55% di tutta la comunicazione avviene attraverso elementi fisiologici …), ascoltando in suo tono, il livello e il timbro della sua voce (ulteriore 38% della sua comunicazione) … e poi ho ascoltato attentamente le sue parole … che rappresentavano solo il 7% della sua comunicazione. Mi sentivo pronto. Come le ho chiesto di descrivere l'"entità", un "nordico", è diventata più amorevole, piangendo di gioia, descrivendolo. A questo punto ho cominciato ad applicare una delle nostre tecniche di recupero dei ricordi (senza ipnosi). In quel momento ho cominciato a utilizzare un sistema tattile di recupero della memoria che la portò al primo e iniziale evento con questa "entità".
La risposta fu istantanea e di orrore (non è sempre così … ma molte volte sì). In Turchia ho ipnotizzato un uomo che aveva una terribile cicatrice sul labbro - che lui non aveva mai notato - fino a quando non ho usato la tecnica di cui sopra per localizzare l'evento; una donna italiana a Roma; la moglie di un professore slovacco, senza persino avere una comunicazione linguistica. Si tratta di un modo di comunicare non solo attraverso il linguaggio. Ovviamente un traduttore è stato molto utile in certi casi … Nel caso della signora di cui sopra, l'evento non era "come lei credeva". Il vero evento qui era dimostrabilmente differente. Non penso che nessuno in quella stanza abbia creduto alla prima parte della sua storia (in cui la signora credeva completamente) dopo aver visto i risultati della tecnica.
La conclusione ha due risvolti.
1) I ricordi salvaschermo (installati da "loro") non sono veri ricordi e possono essere rivelati da sentimenti molto molto reali. Un buon ipnotista può individuarli. Uno incapace, non ha indizi. E' tutto "ricordo" per loro. Abbiamo scoperto almeno 3 strati di ricordi salvaschermo (messi lì dagli alieni) su un solo evento. Sospetto che il fondamento logico sia che le entità coinvolte sentono come se la persona possa aver visto, udito o scoperto accidentalmente alcuni aspetti che loro desiderano mantenere segreti.
2) Il vero evento può saltar fuori - in alcuni casi con delle prove.

"Tu hai sonno. Moooolto sonno …"
Un uomo col panciotto fa oscillare il suo orologio da tasca avanti e indietro davanti al viso di una giovane donna seduta in un salotto vittoriano. Lei ha lo sguardo fisso sull'orologio e segue il movimento a pendolo con gli occhi. Pochi momenti dopo è svenuta sulla sedia, con gli occhi chiusi, e risponde alle domande dell'ipnotista con la monotonia di uno zombie. Chiunque di noi ha visto una scena di ipnosi simile a questa, al cinema o alla televisione. Infatti, provate a pronunciare la parola "ipnosi" e la gente immediatamente penserà all'orologio da tasca. Ma oggidì è molto più comune che un ipnotista chieda semplicemente a un soggetto di fissare un piccolo oggetto del tutto fermo - come una puntina da disegno colorata sulla parete - durante la fase di induzione, che di solito consiste in parole tranquillizzanti di rilassamento e di immagini suggestive su cui concentrarsi. Ma l'ipnosi è un fenomeno reale? E se sì, per cosa è utile? Negli ultimi anni i ricercatori hanno scoperto che gli individui ipnotizzati rispondono attivamente alle suggestioni persino quando qualche volta capita loro di percepire cambiamenti improvvisi del pensiero e del comportamento che stanno sperimentando, come se questi stessero accadendo "da soli". Durante l'ipnosi è come se il cervello sospendesse temporaneamente i suoi tentativi di autenticare le informazioni sensoriali in entrata.

[DS] Non in tutti i casi. Quando si usa questo strumento in situazione forensica, questo non è vero del tutto. Se lo fosse, le corti giudiziarie non lo permetterebbero mai.

Alcune persone sono più ipnotizzabili di altre, benché gli scienziati ancora non abbiano capito perché. Ciò nonostante, l'ipnosi trova la sua applicazione medica nel controllo del dolore cronico, nel contrastare l'ansia e persino - in combinazione con procedure convenzionali di sala operatoria - nell'aiutare i pazienti a recuperare più velocemente dopo interventi di chirurgia ambulatoriale.

[DS] Lavoro in una clinica ipnotica tutti i giorni, 12 ore al giorno e per 4 giorni la settimana, e uno dei lavori migliori è "senza ipnosi" vera e propria. Usando tecniche meravigliose di terapia "sulla linea del tempo" (o "senza tempo"), programmazione neurolinguistica e altre cose che ho sviluppato, ho visto risultati interessanti (li ho inclusi qui).

Non ci vuole molto per indurre un'ipnosi: fissare bene una macchia sul muro e ascoltare la voce tranquillizzante di un ipnotista funzionerà come uno scherzetto per la maggior parte della gente. Solo negli ultimi 40 anni gli scienziati si sono equipaggiati con strumenti e metodi per distinguere i fatti ipnotici dalle dichiarazioni esagerate. Ma lo studio del fenomeno ipnosi sta ora onestamente nel dominio delle scienze cognitive, con articoli sull'ipnosi che vengono pubblicati in alcune dei giornali medici e scientifici più selettivi. Naturalmente, spettacoli come "stage di ipnosi" a scopi di intrattenimento non sono scomparsi. Ma le nuove scoperte rivelano come - se usata propriamente - il potere della suggestione ipnotica possa alterare processi cognitivi diversi tra loro, dal ricordo alla percezione del dolore.

[DS] Sì, e anche, o anche, indurre dolore, o alleviare i sintomi di neuropatia, eczema, verruche, herpes zoster e una miriade di altre cose su cui la medicina lavora poco o per nulla.

Per studiare un qualsiasi fenomeno in modo appropriato, i ricercatori hanno per prima cosa necessità di misurarlo. Nel caso dell'ipnosi, l'unità di misura sono le Scale Stanford di suscettibilità all'ipnosi. Le Scale Stanford, come vengono chiamate spesso, furono concepite nei tardi anni '50 dagli psicologi della Stanford University André M. Weitzenhoffer e Ernest R. Hilgard e sono tuttora usate per determinare il limite fino al quale un soggetto risponde all'ipnosi. Una versione delle Scale Stanford, per esempio, consiste in una serie di 12 attività - come stringere il braccio steso di qualcuno o annusare il contenuto di una bottiglia - che testano la profondità dello stato ipnotico raggiunto. Nel primo caso, alle persone viene detto che stanno stringendo una palla molto pesante e ricevono un certo punteggio a seconda di come fanno "passare" questa suggestione se le loro braccia calano sotto il peso immaginario. Nel secondo caso, ai soggetti viene detto che non hanno il senso dell'odorato, e poi viene passato sotto il loro naso una fiala di ammoniaca. Se non hanno reazioni, si pensa che siano molto responsivi all'ipnosi, se fanno smorfie e indietreggiano, non lo sono.
Il range di punteggio delle scale Stanford va da zero, per individui che non rispondono ad alcuna delle suggestioni ipnotiche, a dodici, per quelli che le lasciano passare tutte. La maggior parte delle persone si situano nel range centrale (tra cinque e sette); il 95% della popolazione riceve almeno il punteggio di uno.

[DS] Vero. L'evidenza di uno stato ipnotico o trance non è l'evidenza che avverrà un cambiamento terapeutico. Quello è all'interno del lavoro del terapeuta.

Cos'è l'ipnosi.

Basandosi sugli studi che utilizzano la scala Stanford, ricercatori con prospettive teoriche molto diverse ora concordano su parecchi principi fondamentali dell'ipnosi. Il primo è che la capacità di una persona di rispondere all'ipnosi è molto stabile durante l'età adulta. Forse l'illustrazione più irresistibile di questo principio fu uno studio che mostrò che quando venivano ritestati, i soggetti originali di Hilgard avevano all'incirca lo stesso punteggio sulla scala Stanford, come se si trovassero più indietro di 10, 15 o 25 anni. Gli studi hanno mostrato che il punteggio Stanford di un individuo rimane costante lungo il tempo come il suo QI - se non di più. Inoltre, le prove indicano che la responsività all'ipnosi può avere una componente ereditaria: gemelli identici sono più simili che fratelli dello stesso sesso nell'ottenere un punteggio Stanford.
La responsività di una persona all'ipnosi rimane anche abbastanza consistente senza riferimento alle caratteristiche dell'ipnotista: il sesso del praticante, la sua età e l'esperienza non hanno che poco o nessun effetto sulla capacità di un soggetto di essere ipnotizzato. Allo stesso modo, il successo di un'ipnosi non dipende dal fatto che un soggetto sia molto motivato o che abbia un desiderio o una volontà particolari.
Un soggetto che risponde bene sarà ipnotizzato in una varietà di situazioni sperimentali e di condizioni ambientali terapeutiche, mentre una persona meno suscettibile non lo sarà, a dispetto dei suoi sinceri sforzi per esserlo. (Tuttavia attitudini negative e aspettative possono interferire con l'ipnosi.)

[DS] Nel mio lavoro quotidiano non ho trovato che una piccola quantità di persone non ipnotizzabili. Non è che non potessero esserlo, ma avevano deciso di non esserlo; di solito, per riuscirci, basta portarli in un luogo che sia un "setting" ipnotico che gradiscono, in cui si sentono bene: per esempio, portandoli a osservare uno schermo di computer (persone che vengono spesso indicate come "pubblico digitale").
A volte si tratta delle persone che sono più rigide con se stesse (e lo sono anche con voi, se glielo permettete). Il loro modo di vedere è O bianco O nero, e richiedono rigorosità a tutto ciò che li circonda. Molti di questi sono in grado di vedere la loro linea del tempo, passato e futuro, come se l'avessero di fronte a se stessi, ma non riescono ad associarlo a se stessi. Fanno l'amore nello stesso modo, come se osservassero immagini virtuali.

Parecchi studi inoltre hanno indicato che l'ipnotizzabilità è indipendente dalle caratteristiche di personalità quali la credulonità, l'isteria, la psicopatologia, la fiducia, la tendenza all'aggressività, la tendenza alla sottomissione, l'immaginazione o la conformità sociale. La caratteristica, tuttavia, è stata collegata in modo interessante alla capacità dell'individuo di essere assorbita nelle attività quale lettura, ascoltante la musica o sognare a occhi aperti.

[DS] E' vero. La mia definizione di ipnosi, infatti, è "attenzione focalizzata". Ed è esattamente così.

Sotto l'ipnosi, i soggetti non si comportano come automazioni passive; sono invece attivi nel risolvere problemi e incorporano le loro idee morali e culturali nel comportamento che hanno, mentre rimangono squisitamente sensibili a reagire alle aspettative espresse dallo sperimentatore. Tuttavia, il soggetto non avverte il comportamento ipnoticamente suggerito come qualcosa che sia ottenuto attivamente. Al contrario, viene tipicamente ritenuta come priva di sforzo - come qualcosa che semplicemente accade. La gente che è stata ipnotizzata spesso dice cose come "la mia mano è diventata pesante e si è abbassata da sé" o "improvvisamente ho scoperto che non provavo dolore."
Molti ricercatori ora ritengono che questi tipi di disconnessioni siano al centro dell'ipnosi. In risposta al suggerimento, i soggetti fanno i movimenti senza intenzione cosciente, non riescono a rilevare uno stimolo eccessivamente doloroso o dimenticano temporaneamente un fatto esperito. Naturalmente, questi generi di cose accadono anche fuori dell'ipnosi -- occasionalmente nella vita giornaliera e più drammaticamente in determinati disordini psichiatrici e neurologici.
Usando l'ipnosi, gli scienziati hanno generato in laboratorio temporanee allucinazioni, compulsioni, determinati tipi di perdite di memoria, memorie false e illusioni, sicché questi fenomeni possono essere studiati in ambiente controllato.

[DS] Sì. Inoltre si può recuperare la memoria reale, e non "richiamarla", il che è spesso una forma di allucinazione.

Che cosa non è l'ipnosi.

Le persone sotto ipnosi, benché profondamente distese, possono eseguire le istruzioni dell'ipnotista. Questa donna sta dicendo che il suo braccio sta diventando pesante quanto il cavo. I soggetti altamente ipnotizzabili abbasseranno le loro braccia sotto il peso immaginato.
Mentre gli scienziati scoprono di più circa l'ipnosi, stanno anche scoprendo la prova che contrasta alcune tesi dello scetticismo riguardo la tecnica. Una di tali obiezioni è che l'effetto dell'ipnosi è semplicemente dovuto a un'immaginazione particolarmente vivida. Di fatto, non sembra essere il caso. Molte persone immaginative non sono buoni soggetti per l'ipnosi, e non è emerso nessun rapporto fra le due abilità.

[DS] Questo non è completamente sicuro. Sono d'accordo su quanto detto, però; di solito è vero.

Il peso che si dà all'immaginazione è dovuto al fatto che molta gente ipnotizzabile può essere condotta ad avere allucinazioni compulsive uditive e visive realistiche. Ma uno studio "elegante", condotto utilizzando la tomografia ad emissione positronica (PET), che misura indirettamente il metabolismo, ha mostrato che, quando a un soggetto viene chiesto di immaginare un suono, si attivano regioni differenti del cervello rispetto a quando ha una allucinazione sotto ipnosi.
Nel 1998 Henry Szechtman e i suoi collaboratori, nell'Università di McMaster in Ontario, ha usato la PET per fissare in immagini l'attività del cervello dei soggetti ipnotizzati, che sono stati invitati a immaginare una scena e che poi hanno fatto l'esperienza di un'allucinazione (indotta). I ricercatori hanno notato che un'allucinazione uditiva e l'atto di immaginare un suono sono entrambi autogenerati e che, come nell'udire reale, un'allucinazione viene sperimentata come se provenisse da una fonte esterna. Controllando il flusso locale di sangue nelle zone attivate durante sia l'atto reale di udire che durante l'allucinazione uditiva, ma non durante l'immaginazione semplice, i ricercatori hanno cercato di determinare dove, nel cervello, un suono allucinatorio è "etichettato" erroneamente come autentico e proveniente dal mondo esterno.
Szechtman e i suoi colleghi hanno messo in immagine l'attività del cervello di otto soggetti molto ipnotizzabili, che erano stati prescelti per la loro capacità allucinatoria sotto ipnosi. Durante la sessione, i soggetti erano sotto ipnosi ed erano sdraiati nel dispositivo d'esplorazione della PET con gli occhi coperti. La loro attività cerebrale è stata monitorata in quattro condizioni: a riposo; mentre sentivano un nastro registrato con una voce che diceva "l'uomo non ha parlato spesso, ma quando l'ha fatto, è valsa la pena sentire che cosa aveva da dire"; mentre immaginavano di sentire ancora la voce; e durante l'allucinazione uditiva che hanno sperimentato dopo che era stato detto loro che il nastro stava passando ancora una volta (cosa non vera).

L'ipnosi può alleviare il dolore facendo diminuire l'attività delle aree del cervello coinvolte nell'esperienza di sofferenza. Le lastre tomografiche (PET) delle sezioni cerebrali orizzontali (superiori) e verticali (inferiori) sono state impresse mentre le mani dei volontari ipnotizzati erano immerse in acqua bollente. L'attività della corteccia somatosensoriale, che registra gli stimoli fisici, non ha fatto differenza tra il fatto che a un soggetto fosse stato dato il suggerimento ipnotico che la sensazione sarebbe stata di un caldo penoso (a sinistra) o che sarebbe stata un minimo sgradevole (a destra). Al contrario, una parte del cervello coinvolta negli aspetti di sofferenza legati al dolore, la corteccia cingolata anteriore, era molto meno attiva quando ai soggetti veniva detto a che il dolore sarebbe stato minimamente sgradevole.
Gli esami hanno mostrato che una regione del cervello denominata corteccia anteriore di destra (lobo cingolato) era attivata sia mentre i volontari avevano l'allucinazione sia mentre stavano realmente ascoltando lo stimolo. Per contro, quella zona del cervello non era attiva mentre i soggetti stavano immaginando di sentire lo stimolo. L'ipnosi aveva ingannato in qualche modo questa zona del cervello, registrando la voce allucinatoria come reale.
Un'altra obiezione sollevata dai critici dell'ipnosi riguarda la sua capacità di smussare il dolore. Gli scettici hanno sostenuto che questo effetto deriva sia dal semplice rilassamento che da una risposta placebo. Ma un certo numero di esperimenti hanno eliminato queste spiegazioni. In un classico studio del 1969, Thomas H. McGlashan e i suoi colleghi dell'Università della Pennsylvania scoprirono che, per le persone mal ipnotizzabili, l'ipnosi era efficace nella riduzione del dolore quanto una pillola di zucchero di cui ai soggetti era stato detto si trattasse di un antidolorifico potente. Ma i soggetti altamente ipnotizzabili hanno tratto giovamento tre volte di più dall'ipnosi che dal placebo. In un altro studio del 1976, il collega Éva I. Bányai della Stanford e di Hilgard ha osservato che soggetti che stavano pedalando vigorosamente su cyclette reagivano ai suggerimenti ipnotici nello stesso modo di quando si trovavano in una situazione di distensione.

[DS] Ho praticato anestesia completa in sala operatoria e in altre situazioni di emergenza. In un caso di colleghi c'era una signora che cantava (coerentemente) mentre le praticavano un cesareo.

Nel 1997, Pierre Rainville e i suoi colleghi dell'Università di Montreal cercarono di determinare quali strutture del cervello sono coinvolte nel rilevare il dolore durante l'ipnosi. Tentarono di individuare le strutture del cervello connesse con la componente di sofferenza del dolore, distinta dalle funzioni sensitive. Usando la PET, gli scienziati hanno trovato che l'ipnosi riduce l'attività del lobo cingolato -- una zona conosciuta per essere coinvolta nel dolore -- ma non influenza l'attività della corteccia somatosensoriale, dove sono elaborate le sensazioni di dolore.
Malgrado questi risultati, tuttavia, il meccanismo che sottende al sollievo dal dolore, sollievo indotto ipnoticamente, è tuttora mal compreso.
Il modello che incontra il favore della maggior parte dei ricercatori è quello dell'effetto analgesico dell'ipnosi, che avviene nei centri più alti del cervello, piuttosto che non in quelli coinvolti nel registrare la sensazione dolorosa. Ciò rappresenterebbe il fatto che la maggior parte delle risposte autonome che accompagnano ordinariamente il dolore -- quale l'aumentata frequenza cardiaca -- non sono influenzate dai suggerimenti ipnotici di analgesia.
Ma la gente non potrebbe soltanto simulare di essere ipnotizzata? Due studi chiave hanno messo al riparo da tali sospetti.
In un astuto esperimento del 1971, soprannominato "l'ipnotista che scompare", Frederick Evans e Martin T. Orne dell'Università della Pennsylvania hanno confrontato le reazioni di due gruppi di soggetti: uno era composto da persone che sapevano di essere facilmente ipnotizzabili, e un altro da individui a cui avevano detto di fingere di essere ipnotizzati. Uno sperimentatore, che non sapeva su quale gruppo stesse lavorando, aveva condotto una procedura ipnotica sistematica, interrotta improvvisamente da un guasto di alimentazione fasullo. Quando lo sperimentatore aveva lasciato la stanza per scoprire cosa fosse successo, i soggetti che fingevano avevano smesso immediatamente di simulare: avevano aperto gli occhi, avevano osservato intorno nella stanza e avevano smesso la "commedia" da qualsiasi punto di vista. I soggetti realmente ipnotizzati, invece, avevano terminato l'ipnosi da soli, lentamente e con una certa difficoltà.
I simulatori inoltre tendevano a esagerare il loro ruolo. Quando ai soggetti sono stati dati suggerimenti per dimenticare determinate funzioni della sessione di ipnosi, le loro dichiarazioni di non ricordare sono state a volte, per esempio, sospettosamente invadenti e assolute, o segnalavano le esperienze bizzarre che sono raramente raccontate, se mai, dai soggetti reali.
Taru Kinnunen, Harold S. Zamansky e i loro colleghi dell'Università del Nordest hanno rivelato i simulatori usando le prove tradizionali con la "macchina della verità". Hanno scoperto che quando i soggetti realmente sotto ipnosi rispondono alle domande, generalmente le loro reazioni fisiologiche incontrano i criteri di veridicità, mentre quelle dei simulatori no.

L'ipnosi e la memoria

Forse in nessun altro campo l'ipnosi ha generato più polemica che sul tema del recupero della memoria. La scienza cognitiva ha stabilito che la gente è ragionevolmente capace di discernere se un evento è realmente accaduto o se se lo è immaginato soltanto. Ma, in alcune circostanze, esitiamo. Possiamo credere (o possiamo essere portati a credere) che qualcosa ci sia accaduto quando, di fatto, non è successo.

[DS] Sì, le memorie "salvaschermo" aliene sono cariche di questo. Queste persone (gli abdotti) si riferiscono spesso ai loro eventi con una mentalità da "contattato", che dà loro un'aria di "sono stato nella scuola della più alta coscienza"; hanno questo ricordo, sentono come se lo fosse.
Ci sono ipnotisti che (dal mio punto di vista) ipnotizzano il salvaschermo, o la memoria installata, e non la memoria del "disco fisso", diciamo, quella vera … Il risultato è che si ipnotizza l'allucinazione della persona e si mercanteggia, si cavilla su questa con delle suggestioni che la rinforzano. L'evento può anche essere vero, ma il ricordo sembra essere stato alterato. Nella maggior parte degli eventi, se davvero si ricorda correttamente, c'è un errore evidente da parte delle entità.
Dal mio punto di vista l'alieno non sta affatto usando l'ipnosi. E' simile, ma non è lo stesso. Gli effetti sono profondi, e non sono fatti poi molto bene, a volte … quindi possiamo andare abbastanza bene oltre le memorie salvaschermo. Funziona spesso al di sopra e al di là della volontà.

Un indizio chiave che gli esseri umani sembrano usare nel fare distinzione fra la realtà e l'immaginazione è l'esperienza dello sforzo. Apparentemente, nel momento in cui si dà un codice alla memoria, un'etichetta ci dice quanta fatica è stata prodotta; se l'evento è etichettato come di un tipo che richiede molto sforzo mentale da parte nostra, tendiamo a interpretarlo come qualcosa che abbiamo immaginato.

[DS] Proprio come le memorie salvaschermo.

Se è etichettato come se fosse del genere che richiede relativamente poco sforzo mentale, tendiamo ad interpretarlo come qualcosa che realmente sia accaduto noi.

[DS] Spesso dò inizialmente più credito agli eventi che evocano risposte cinestetiche o tattili. E' particolarmente vero, perché è il corpo, il soma, che ricorda, senza riguardo per le memorie salvaschermo … di chiunque, che sia umano o alieno, l'installatore. Il fatto è che la memoria tattile è una chiave per rivelare gli eventi reali. Ci sono modi di recupero della memoria (con e senza ipnosi) che sono replicabili e provati come tecnica valida.

Poiché la scheda di chiamata dell'ipnosi è precisamente una sensazione di spontaneità, possiamo vedere perchè le persone ipnotizzate possono scambiare così facilmente un evento immaginato nel passato con qualcosa di accaduto molto tempo prima. Quindi, qualcosa che sia soltanto immaginata può diventare radicato come un episodio della storia della nostra vita.

[DS] Sì, tuttavia ci sono dei modi per distinguere l'errore. Uno non può mentire o "costruire" all'indietro.
Quindi abbiamo sviluppato tecniche più efficaci per questa procedura.

Una miriade di studi verifica questo effetto. I soggetti prontamente ipnotizzati, per esempio, possono essere condotti a produrre resoconti dettagliati e drammatici dei loro primissimi mesi di vita, anche se quegli eventi in effetti non sono accaduti e anche se gli adulti non hanno semplicemente la capacità di ricordare la prima infanzia. Allo stesso modo, quando viene dato il suggerimento di regredire all'infanzia, soggetti altamente ipnotizzabili si comportano in un modo abbastanza infantile, sono abbastanza spesso impressionabili e successivamente possono insistere sul fatto che stavano rivivendo l'infanzia per davvero. Ma la ricerca conferma che queste risposte non sono veramente infantili -- non lo sono nel modo di parlare, nel comportamento, nelle emozioni, nella percezione, nel vocabolario o nelle modalità di pensiero. Queste prestazioni non sono più infantili di quelle degli adulti che imitano i bambini per gioco. In breve, niente dell'ipnosi permette a un soggetto di trascendere la natura e le limitazioni fondamentali della memoria umana. Non permette a nessuno di riesumare le memorie che sono vecchie di decenni o di rintracciare o disfare lo sviluppo umano.

[DS] Non è completamente vero.
Veramente dipende da che cosa fate e da quale genere di metodo di recupero delle memorie avete.

A cosa serve

Quindi, quali sono i benefici medici dell'ipnosi? Una valutazione del 1996 dell'Istituto Nazionale delle tecnologie per la Salute ha giudicato l'ipnosi un intervento efficace per alleviare il dolore da cancro e da altre situazioni croniche. Voluminosi studi clinici inoltre indicano che l'ipnosi può ridurre il dolore acuto sperimentato dai pazienti che subiscono ustioni, dai bambini che sopportano interventi di aspirazione di midollo osseo e dalle donne in travaglio. Una meta-analisi pubblicata in un numero speciale del Giornale Internazionale dell'Ipnosi Clinica e Sperimentale, per esempio, trova che i suggerimenti ipnotici hanno alleviato il dolore del 75% di 933 oggetti che partecipavano a 27 differenti esperimenti. L'effetto d'alleviamento dell'ipnosi è spesso notevole e in alcuni casi il grado di rilevanza gareggia o sorpassa quella ottenuta con la morfina.

[DS] Sì. Una volta che la condizione di coma, o "stato di Esdale" sia stata invocata, una persona può attraversare un intervento chirurgico senza avere coscienza del dolore.
Lo "stato di Esdale" è una condizione ipnotica che sembra un coma (ma non lo è). E' una condizione ripetibile, catatonica, in cui è persa ogni sensazione riferibile al dolore esterno e il soggetto è in uno stato catatonico. Questa condizione è stata scoperta da un medico nel 18esimo secolo, durante la Guerra Civile americana. E' molto simile alla condizione descritta nella Genesi (2:21), quando Dio fa cadere Adamo in un sonno profondo e rimuove la sua costa … "chirurgicamente", senza che Adamo senta alcun dolore.

Ma la Società per l'Ipnosi Clinica e Sperimentale afferma che l'ipnosi non può, e non dovrebbe, partecipare da sola come unico intervento medico o psicologico per qualsiasi disordine. Il motivo è che chiunque possa leggere uno scritto con un certo grado di espressione può imparare come ipnotizzare qualcuno. Un individuo con un problema medico o psicologico dovrebbe in primo luogo consultare un professionista sanitario qualificato per una diagnosi. Un tale professionista è nella posizione migliore per decidere con il paziente se l'ipnosi sia indicata e, se lo è, come potrebbe essere compresa nel trattamento individuale.

[DS] Sono d'accordo… alcuni abdotti mi sono stati inviati da tre contee, da professionisti della salute e del ritardo mentale di Houston (n.d.G.d'A.: si tratta di tre County Mental Health Facility, simili ai nostri CPS) (spesso non sanno cosa fare con loro e che cosa potrebbe funzionare).

L'ipnosi può amplificare l'efficacia della psicoterapia in alcune circostanze. Un'altra meta-analisi che ha esaminato i risultati sulle persone in 18 studi separati ha trovato che i pazienti che hanno ricevuto terapia cognitivo-comportamentale più ipnosi per disordini quali l'obesità, l'insonnia, l'ansia e l'ipertensione hanno mostrato un miglioramento maggiore del 70 per cento dei pazienti che hanno ricevuto la psicoterapia da sola. Dopo la pubblicazione di questi risultati, un gruppo di esperti dell'Associazione Psicologica Americana ha convalidato l'ipnosi come procedura aggiunta per il trattamento dell'obesità. Ma la giuria sta ancora decidendo riguardo altri disordini con una componente comportamentale. L'abuso di droga/farmaci e l'alcolismo non rispondono bene all'ipnosi e una prova che l'ipnosi sia d'aiuto nella disintossicazione da fumo non c'è ancora.

[DS] Il motivo per cui viene fatta questa affermazione (che è reale)è che non si può ipnotizzare qualcuno e fargli fare (o rinunciare a) un po' di tutto.
Il "setting" e l'intervento terapeutico vanno sviluppati. Se non si raggiunge la radice del problema nell'alcolismo (spesso un senso di colpa o un odio verso se stessi), si spreca veramente il tempo.
Di fatto, un alcoolista mio cliente smise di bere in una sola sessione, senza ipnosi, non appena è stata scoperta e ricomposta la causa iniziale, in modo che fosse efficacemente inserita nella sua vita, restituendogli un suo "equilibrio ecologico".
Un'altra con cui ho lavorato oggi ha scoperto con me la causa iniziale, e siamo passati oltre. Avremo un'altra sessione, così vedremo come si è sviluppata e ha preso piede. Si lavora sempre congiuntamente con i terapeuti, i professionisti della salute mentale e i medici. Siamo proprio un'aggiunta, un sistema supplementare nel processo d'aiuto a qualcuno.

Il che significa che c'è una prova forte, per quanto non definitiva, che l'ipnosi possa essere un'efficace componente nel trattamento allargato di svariate condizioni. Facendo un elenco approssimativo, in ordine di trattabilità con l'ipnosi, queste includono un sottogruppo di condizioni asmatiche; alcuni disordini dermatologici, comprese le verruche; la sindrome del colon irritabile; l'emofilia; e la nausea connessa con la chemioterapia. Il meccanismo con cui l'ipnosi allevia questi disordini è sconosciuto e le ipotesi secondo cui l'ipnosi aumenti la funzione immunitaria in modo significativo attualmente non hanno sostanza.
Più di 30 anni fa, Hilgard predisse che, quando le conoscenze circa l'ipnosi si diffonderanno nella comunità scientifica, avverrà un processo di "addomesticamento": i ricercatori useranno la tecnica sempre di più come strumento sistematico per studiare più spesso altri argomenti di interesse, quali le allucinazioni, il dolore e la memoria.
Ha previsto che, così sparso nella scienza, l'uso clinico dell'ipnosi semplicemente si trasformerà in una faccenda di ordinaria amministrazione per alcuni dei pazienti con problemi selezionati. Anche se per ora non ci siamo arrivati, ciò nonostante l'ipnosi è andata lontano, rispetto all'osservazione dell'orologio da tasca.

Ulteriori informazioni:

Hypnosis for the Seriously Curious (L'ipnosi per il seriamente curioso). Kenneth Bowers. W. W. Norton, 1983.
Contemporary Hypnosis Research (Ricerca in Ipnosi Contemporanea). Erika Fromm e Michael R. Nash. Guilford Press, 1992.

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