Alcune
raccomandazioni sull'impiego dell'ipnosi con soggetti che riferiscono
esperienze del genere Incontri Ravvicinati del Quarto Tipo.
Lavoro
scientifico presentato al World Congress of the International Society
of Hypnosis "Monaco 2000" (Germany), October 2000
©
Cigada M.V1, D'Ambrosio G.M2.
1: Medico psicoterapeuta, docente AMISI - Scuola Europea di Psicoterapia
Ipnotica
2: Medico neuropsichiatra, psicoterapeuta
Il discusso
tema degli Incontri Ravvicinati sta diventando rilevante per un numero
sempre maggiore di psicoterapeuti. Gli Autori desiderano richiamare
l'attenzione degli specialisti su un fenomeno che si sta diffondendo
nel mondo e che viene indicato come "Incontri Ravvicinati del Quarto
Tipo" (IR4), con particolare riguardo a quelli definiti come "abduction".
Non riteniamo che questo sia il luogo per discutere della globalità
del fenomeno; il nostro scopo è di presentare due casi e descrivere
un metodo d'approccio che si è dimostrato utile nel prendersi
cura di questi soggetti. Perciò gli Autori baseranno le loro
raccomandazioni sulle osservazioni e sull'esperienza con questi soggetti,
e sulla letteratura para-scientifica esistente, suggerendo cautela sia
sul modo di usare l'ipnosi che nella scelta dei tempi di applicazione;
in particolare:
· impiegare l'ipnosi esclusivamente con finalità terapeutiche,
ponendo attenzione all'interazione verbale con il soggetto, con il procedere
dell'emergere del materiale - di qualunque genere esso sia - mantenendo
una posizione equidistante riguardo tutta la materia;
· non arrendersi a eventuali richieste del soggetto, di un suo
parente o di un ufologo, di impiegare l'ipnosi solo per ottenere via
via più informazioni riguardo gli eventi che possono presumibilmente
essere accaduti: si raccomanda il mantenimento del setting;
· far presente al soggetto che un ricordo emerso durante una
trance ipnotica non è più reale di altri;
· è necessario un lavoro di tipo psicoterapeutico per
collegare gli elementi emersi a dati già conosciuti riguardo
la storia del soggetto, il suo modo di parlare, sognare e immaginare;
· ricordarsi che ogni scelta deve essere guidata dall'intenzione
di alleviare le sofferenze della persona.
Storia
di V.
Il primo soggetto è un uomo, che chiameremo V. E' un insegnante
di circa 40 anni, ben integrato nella vita sociale, lavorativa e affettiva;
la sua mente sembra completamente presente rispetto ai ricordi che ha
e non sembra facilmente suggestionabile. Ha lavorato in un setting psicoterapeutico
per due anni prima di consentire l'impiego dell'ipnosi..
La sua storia era cominciata con alcune visioni che passavano davanti
a lui come sogni durante la notte, dopo aver letto il famoso libro di
John Mack, psichiatra dell'Università di Harvard, sulla questione
delle "abduction" (1). Allora si era ricordato di avere
una cicatrice rotonda sulla gamba sinistra, la cui origine non era chiara.
Suo fratello ne ha una simile.
Aveva scoperto uno strano oggetto sotto la pelle del viso, oggetto che
era poi stato studiato e classificato come "impianto" di origine
sconosciuta.
Aveva avuto alcuni sogni che l'avevano turbato e che sembravano simili
a ricordi. Un elemento notevole e peculiare dei suoi sogni era che quelli
con elementi che richiamavano le sue strane esperienze intrudevano all'interno
dei suoi sogni "normali", interrompendoli. Durante il lavoro
psicoterapeutico questi sogni divennero più ricchi in particolari
e assunsero una collocazione più precisa nel tempo.
La madre e uno zio paterno gli avevano raccontato strane esperienze
analoghe. Ciò che l'aveva allarmato era il fatto che anche il
figlio di cinque anni gli aveva riferito di aver avuto lo stesso genere
di incontri.
Quindi era perplesso e arrabbiato con questa realtà che non poteva
combattere. Il lavoro di psicoterapia aveva l'obbiettivo di aiutarlo
ad affrontare meglio i suoi ricordi e di non farlo sentire così
male e insicuro.
Il lavoro è durato due anni, tempo che alcuni ufologi hanno giudicato
troppo lungo.
Storia
di M.
Il secondo soggetto è una donna, che chiameremo M. E' una casalinga
di circa 70 anni, anche se tutte le sue funzioni fisiche e psicologiche
la collocano piuttosto a un'età di 60. E' intelligente, intuitiva,
aggressiva, empatica. E' arrivata all'osservazione a causa di strani
sogni che non riusciva a collegare ad alcun ricordo, ma il setting fu
invaso immediatamente dalla storia della sua vita: era nata non desiderata
in un ambiente familiare disturbato, il padre picchiava la madre e lei
aveva il ricordo di un tentativo del padre di ammazzare la madre.
Fu collocata in un collegio tenuto da religiose quando aveva quattro
anni. Incontrava raramente i genitori. Le suore erano molto aggressive:
una punizione all'ordine del giorno era di costringere le bambine a
dormire tutta la notte accucciate sul pavimento, con una temperatura
inferiore a 9° C. Le bambine più povere, come M., dovevano
andare a piangere ai funerali, in modo da mantenersi da sole in collegio.
In questo contesto rigido e deprivato, il suo piacere era lo studio
- anche quando arrivò all'osservazione stava studiando il tedesco
a un buon livello.
Ma quando era bambina si esprimeva con affermazioni che aumentavano
le sue punizioni - ad esempio, diceva che il pianeta Giove fosse una
stella non sviluppata: questo è vero, ma negli anni '20 non si
sapeva.
La sua vita non è stata facile. Si è sposata, ha avuto
due figli, lasciando il lavoro da impiegata dopo aver avuto il secondo.
Ha cercato di educarli in modo particolare, dando importanza particolare
al rispetto e alla conoscenza della Natura. Suo marito non è
mai stato una figura particolarmente forte che potesse sostenerla.
Oltre a questa parte faticosa della sua vita, ce n'era un'altra, costituita
dai suoi attacchi di agitazione, durante i quali prendeva rifugio nel
bagno di casa sperando che le passassero spontaneamente. A causa di
questi attacchi - che noi ora riconosciamo come attacchi di panico,
ma che all'epoca non rappresentavano un disturbo nosologico riconosciuto
- ebbe molte ospedalizzazioni, dove le furono praticati parecchi elettroshock.
E' stato veramente sorprendente verificare che integrità personale
sia riuscita a conservare nonostante questi trattamenti!
Alcuni di questi attacchi si riprodussero durante la psicoterapia, che
durò due anni e mezzo. Nel corso del primo e del secondo attacco,
la terapeuta le fornì un rimedio omeopatico, Arnica, che viene
usato per i traumi, essendo possibile riconoscere questi attacchi di
panico come una conseguenza di un qualche shock mentale. Gli attacchi
successivi non furono così gravi e cessarono semplicemente parlandone.
M. non ha in mente immagini particolari di creature strane, ma solo
l'impressione di trascorrere le notti in posti che non erano il suo
letto, dopo le quali si sentiva molto disturbata. Afferma di essere
terrorizzata dagli strumenti acuminati e sembra avere memoria di una
manovra intrusiva nel naso. La Risonanza Magnetica cui si è sottoposta
si è rivelata un esame non sufficientemente accurato da permetteci
di darle una risposta sicura.
Tutto il lavoro psicoterapeutico, che ha sicuramente migliorato il suo
modo di vivere, non è stato sufficiente per consentirle di formulare
un ricordo coerente che potesse spiegare i suoi sogni e le sensazioni.
Breve
cronaca dell'esperienza con l'ipnosi.
Abbiamo condotto tre induzioni ipnotiche, sia con V sia con M.
V.
La prima suggestione era aperta, per permettergli di ricreare un luogo
piacevole preso dai ricordi o di fantasia.
V. ha scelto di immaginare una spiaggia in Sicilia, con la sabbia dorata.
Abbiamo legato queste sensazioni in modo tale da poterle richiamare
durante eventuali future memorie di esperienze traumatiche.
E' interessante notare che V. ha riferito una migliore visione senza
occhiali durante le immaginazioni e per alcune ore dopo l'esperienza
ipnotica.
Durante
la seconda ipnosi, abbiamo suggerito a V. di immaginare una stanza da
riordinare dove lui ha trovato un libro con una storia che lo interessava,
la storia del mondo.
V. ha parlato dei suoi ricordi cominciando dall'immagine di un piccolo
martello. Poi ha avuto la sensazione di essere nascosto e di spiare
qualcuno da una piccola stanza dimenticata - che faceva parte della
casa - e, allo stesso tempo, ricordava di vedere uno strano essere senza
capelli.
Durante
la terza ipnosi, a certo punto V. ha cominciato a ricordare un'esperienza
traumatica dove era manipolato, legato, afferrato. Ha avuto un ricordo
simile a un IR4: si era alzato dal letto e si era mosso senza aver camminato,
passando attraverso la porta, e quella non era la prima volta.
Era spaventato e ha pianto durante il presentarsi dei ricordi. Ha ripetuto
parecchie volte le parole "vogliono il seme", "semah"
o "seman" e il fatto che qualcuno stava dicendogli di non
aver paura.
M.
La prima suggestione è stata la stessa effettuata per V. M. ha
ricordato un posto "che non esiste più", una roccia
chiamata la "roccia delle streghe". Si ricordava anche di
se stessa mentre si arrampicava sopra qualcosa, forse la stessa roccia.
Durante
la seconda ipnosi abbiamo suggerito a M di scendere lungo una scala
e di attraversare un giardino e un ponte; a questo punto ha avuto un
attacco di panico e quindi abbiamo proseguito dandole alcune suggestioni
per rilassarsi, facendola tornare indietro nel giardino. Dopo un certo
tempo, non appena le abbiamo suggerito di focalizzarsi su alcuni ricordi,
ha avuto un secondo attacco di panico, così l'abbiamo riportata
indietro, ai fiori del giardino, e da lì al risveglio.
Una volta sveglia, ci ha raccontato di alcune esperienze traumatiche
avvenute negli anni del collegio. L'attacco di panico era stato molto
lungo e sembrava riferirsi a uno shock grave. Non riuscivamo a convincerla
che ciò che lei sentiva se n'era andato o che fosse nel passato,
fino a quando non l'abbiamo sgridata.
Durante
la terza ipnosi abbiamo suggerito a M. di visualizzare un bosco e gli
anelli di legno all'interno di un tronco d'albero, come metafora dei
ricordi. M. ha raccontato allora di un luogo da qualche parte, in montagna
(forse i Pirenei), dove una giovane donna, o una bambina, doveva scappare
perché alcune persone volevano bruciarla; allora abbiamo usato
la dissociazione V-K per ridurre l'impatto dell'esperienza traumatica
e M. ha riferito l'immagine di un uccello che volava alto (un corvo?).
Durante lo stesso incontro è stata praticata una seconda induzione,
durante la quale abbiamo richiamato gli anelli dell'albero e M., quasi
immediatamente, ha cominciato a parlare dell'uccello nero che aveva
visto: "non è un uccello, è una macchina volate e
vogliono farmi entrare!". C'era un essere che la impressionava
molto, con grandi occhi, un essere che era in parte una macchina. Poi
cominciò a sentirsi terrorizzata perché si sentiva scomparire.
L'essere le stava facendo questo allo scopo di permetterle di entrare
nella macchina volante.
Follow
up.
Dopo la sessione di lavoro ipnotico, V. si sentiva molto grato: i suoi
ricordi erano molto più vividi e ricchi di particolari. Due mesi
più tardi decise di interrompere gli incontri con la terapeuta
perché i suoi ricordi si "aprivano" automaticamente
in modo crescente, e lui si sentiva di poter continuare da solo.
Dopo il lavoro ipnotico, M. si sentiva molto più tranquilla,
sia durante il giorno sia durante la notte. Era diventata più
paziente con se stessa; aveva pensato di regalare alcuni oggetti che
le appartenevano, affermando di non essere più così "attaccata"
al passato, come se pensieri e oggetti fossero solo zavorra.
I suoi ricordi più spiacevoli si stavano affievolendo e riusciva
a trascorrere più tempo in situazioni piacevoli. Ma non era soddisfatta,
poiché non aveva ottenuto alcuna prova dei suoi IR4.
Alcune
osservazioni sull'esperienza ipnotica.
Ci sembra utile sottolineare alcuni punti tra i ricordi dei due soggetti.
V.
1. nascondersi
2. spiare
3. "vogliono il seme"
4. la parola (o il nome?) Semah or Seman
5. essere in grado di vedersi i genitali
6. essere impotente ("mi sento una preda")
7. essere legato, controllato, manipolato
8. odore strano (come di zolfo freddo)
9. forti emozioni (piangeva ed era terrorizzato).
M.
1. fuga verso luoghi magici o esotici (India)
2. "nessuno mi crede"
3. rapporto speciale con gli animali e la Natura in genere
4. insofferenza per legami o abiti stretti
5. odore strano (come di muffa, di cartone bagnato o di un formicaio
abbandonato)
6. fobia per la piscina
7. rabbia
8. necessità di combattere
9. una giovane donna bastonata
10. collegio, ospedale, elettroshock
11. attacchi di panico.
Discussione.
Abbiamo individuato quattro punti interessanti per una discussione metodologica
che desideriamo riportare qui, riservandoci di approfondirli in altri
contesti.
Primo:
ci sono analogie sorprendenti tra i racconti dei due soggetti: i punti
1- 6- 7- 8 della storia di V. e i punti 1- 4- 5 della storia di M. sono
molto simili.
Secondo:
numerose questioni suggeriscono l'importanza di un setting psicoterapeutico
per trattare con questi soggetti che devono affrontare la rabbia, le
fobie, il senso di impotenza e di abuso, e per aiutarli a trovare un
modo equilibrato di gestire le emozioni (vedi punti 6 e 9 per V. e 1
2 6 7 8 11 per M.).
Terzo:
sappiamo che ogni informazione ottenuta durante un'ipnosi non è
necessariamente "la" verità, quindi l'ipnosi non può
essere usata per provare che un soggetto abbia avuto veramente un'esperienza
di IR4. Questo significa che le persone devono essere informate in precedenza,
e che devono sapere che l'ipnotista non è colui che ha il potere
di convalidare delle prove, e dichiarare che le loro affermazioni sono
una verità obiettiva o una falsità. Ricordiamo sempre
che l'ipnotista ha un grande ascendente sulle persone a causa del modo
corrente di fantasticarne il ruolo.
Quarto:
abbiamo compilato un protocollo di intervento e pensiamo sia necessario
che le persone lo leggano prima che sia utilizzata l'ipnosi a scopo
di ricerca..
Conclusioni.
La mancanza di dati completamente accettati, e quindi diffusi, dalla
comunità scientifica rende molto delicato il trarre delle conclusioni
generali riguardo il tema degli IR4. Possiamo dire però che,
come per altre argomentazioni, non è compito del terapeuta decidere
se ciò in cui credono i suoi pazienti sia "la verità
vera" delle cose. Fino a quando non avremo un certo numero di soggetti
sui quali siano state effettuate analisi e ricerche ben condotte, sarà
il caso di considerare gli IR4 alla stregua di una fede religiosa o
di una filosofia, all'interno della quale il nostro dovere sarà
quello di limitarsi ad aiutare le persone a ridurre il disagio che provano.
L'elaborazione delle emozioni deve essere condotta in un ambito psicoterapeutico.
Al momento, ciò che possiamo consigliare è una "semplice"
psicoterapia ipnotica (2), basata sulle considerazioni e sulle valutazioni
concettuali moderne.
Up to recent
times, the study of hypnosis was limited only to its external phenomena.
Now it is clear that it is useless to study it only as an end in itself.
(M. Erickson)
Bibliografia.
(1) John Mack - "Rapiti!" - Ed. Mondadori, 1995
(2) G.P. Mosconi et Al. - "Hypnosis, Hypnotic Psychotherapy
and Neo-Ericksonian Principles" in: Atti XI Congresso Nazionale
AMISI "Quarant'Anni di Ipnosi in Italia: Presente e Futuro"
- Ed. AMISI, Milano, 1998
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