Abduction
: allucinazioni o realtà cognitive? (1998)
Non è
necessario soffrire di "pieroangelismo" per allevare, dentro
di noi, un cauto approccio nei confronti di tutta la fenomenologia che
riguarda gli Incontri Ravvicinati, specialmente quelli dal terzo tipo
in poi. Ci troviamo, infatti, di fronte a un fenomeno che non ha contorni
così chiaramente definiti, perché si tratta di un campo
in cui fattori neurologici, biochimici, sociologici e psicologici giocano
ruoli del tutto nuovi, combinati in un modo tanto complesso quanto inusuale.
E' importante che questa nuova frontiera venga esplorata con il massimo
dell'apertura, intellettuale ed emotiva. E' importante non essere guidati
dalla sola razionalità, cioè da prove di laboratorio,
né da posizioni fideistiche: entrambe non hanno nulla a che vedere
con la serenità di spirito con cui si devono condurre simili
studi.
Altrettanto importante è che i bisogni profondi - da un punto
di vista psichico - di chi si occupa del fenomeno siano sufficientemente
coscienti da portare al minimo il rischio che ad analizzare i dati siano
le proiezioni degli scienziati impegnati sul campo.
Alcuni studiosi del campo neurologico (1) hanno cercato di interpretare
i fenomeni IR 4 come legati a diversi meccanismi di ordine fisiologico
che occorrono piùo meno normalmente, come ad esempio l'evento
che viene denominato "paralisi nel sonno". Durante questo
stato, per la durata massima di un minuto, può succedere che
il dormiente si svegli e che i suoi sensi siano del tutto funzionanti,
ma che il corpo sia bloccato. E' un'esperienza che pare sperimentino
tutti gli adulti, mediamente una volta ogni due anni. A questa forma
semplice di paralisi si affianca una variante con allucinazioni, molto
rara, che sembra verificarsi nelle fasi di passaggio tra il sonno e
la veglia.
Si intende con "allucinazione" una percezione del tutto soggettiva,
che si verifica in mancanza di un oggetto reale da percepire. Le allucinazioni
congiunte alle paralisi nel sonno - dette "ipnagogiche" -
vengono descritte nei testi di neurologia come fenomeni di liberazione,
verosimilmente legate al "riposo" delle funzioni di coscienza
del cervello. Nelle forme allucinatorie con paralisi si possono avere
visioni, sentire suoni o voci o addirittura si può avere l'impressione
di toccare, di essere toccati, di muoversi, di avere un peso sul petto,
di sentire odori. Si possono vedere luci o nebulosità luminose
e i sintomi si possono accompagnare ad "Out of the Body Experiences"
(OBE), sensazioni di uscire dal proprio corpo e di librarsi all'interno
della stanza o all'aperto. La durata di simili fenomeni pare essere
di una decina di minuti al massimo.
Un'esperienza
reale.
"Sto sognando, e nel sogno mi accade di volermi alzare per prendere
le guide telefoniche. Questo innesca un inizio di OBE - credo. Faccio
uno sforzo per aprire gli occhi. Sento delle voci sommesse e qualche
stridio di bambino provenire dal corridoio di casa. Mi sembra la voce
di mia figlia, come se stesse dialogando e ridacchiando con qualcuno.
Vedo un chiarore, come se ci fosse della luce. A volte capita che la
bambina si alzi di notte e accenda la luce per andare in bagno. Non
so distinguere se stia succedendo proprio questo. Vorrei alzarmi ma
non riesco, è come se pesassi una tonnellata. Percepisco le voci
ma non capisco cosa dicono. Una parte di me ha il dubbio che tutto ciò
sia un sogno. Sento una forte inquietudine. Una luce rossa a vortice,
circondata da un alone rosso madreperlaceo dall'aspetto di labbra, appare
sopra l'armadio della stanza. Per due volte cerco di non guardarla.
Un ulteriore sforzo e mi sveglio realmente. La casa è buia, nessun
rumore. E' in questo stato pienamente cosciente che avverto la paura
per quanto mi è accaduto".
Apparizioni
tranquillizzanti, nel corso di questi eventi, sembrano essere rare.
Più spesso le persone identificano con mostri, fantasmi o vampiri
le entità che sembrano animare in modo così improvviso
le loro notti. Salvo poi rendersi conto di aver vissuto un'esperienza
in uno stato alterato di coscienza. L'allucinazione appare perfettamente
inserita nell'ambiente in cui la persona si trova in quel momento, dandosi
quindi un'impressione di estremo realismo. Oltre che in persone che
usano attivare il loro patrimonio cerebrale con sostanze chimiche di
vario genere, e al di là degli stati patologici (psicosi), queste
esperienze paiono verificarsi soprattutto in condizioni di stress -
ed è ciò che riferiscono anche le persone che hanno delle
OBE indesiderate. Le paralisi con allucinazioni sono probabilmente OBE
non riuscite.
Da sempre l'umanità dichiara di vedere "demoni, fantasmi,
vampiri, lupi mannari, mostri e folletti" (1): provenienti
da un mondo parallelo al nostro o materializzazioni di archetipi dell'inconscio
collettivo che siano, il fenomeno è universale, presente fin
dagli albori della civiltà attuale, descritto anche dagli autori
classici come Orazio, Plutarco, Erodoto, Apuleio e Galeno.
Il campo, a questo punto, non è più di stretta pertinenza
della neurologia, ma della psicologia analitica (2), che può
aiutarci a identificare larga parte di questi fenomeni come un prodotto
semionirico, legato alle parti "Ombra" del soggetto che le
produce. L'inconscio prende spunto da forme e concetti che gli esseri
umani hanno codificato fin dall'inizio della vita psichica, quando la
sopravvivenza sembrava collegata soprattutto alle mere forze del destino
e non vi era alcun concetto di autodeterminazione. Sono questi mostri
antichi, i compagni quasi palpabili delle lunghe notti dei nostri progenitori,
che utilizziamo per rappresentare, in modo comprensibile, le forze oscure
che, da dentro di noi, attendono di essere portate alla coscienza.
Da ultimo, è possibile che le visioni siano legate alla produzione
di allucinogeni endogeni - cioè prodotti dal nostro encefalo.
Oppure che si possa seguire un "modello psicofisiologico",
a causa del quale stato di sogno e stato di veglia potrebbero sovrapporsi,
con una penetrazione della paralisi muscolare tipica del sonno REM (3)
all'interno dello stato di veglia cosciente, e con una sovrapposizione
delle immagini del sogno alla percezione reale dell'ambiente circostante.
Tutte queste spiegazioni sono molto interessanti, ma appaiono macchinose
se confrontate con le memorie di chi è reduce da un IR4. Nei
racconti, la costanza degli elementi - anche di quelli non rivelati
agli appassionati della materia - rendono alle esperienze dei contorni
troppo precisi e coerenti per essere totalmente di origine allucinatoria.
Il ritrovamento di oggetti di origine sconosciuta - i cosiddetti "impianti"
- e le cicatrici sono elementi dotati di innegabile fisicità.
Ma volendo affrontare la questione dal solo punto di vista psicologico,
la prima cosa importante da fare, in questi casi, è una valutazione
della sensazione soggettiva di paura. Chi prova esperienze di OBE o
di paralisi con allucinazioni riferisce la paura o al momento della
sensazione di "stacco" dal corpo (per le OBE) o successivamente
al ripristino dello stato normale di coscienza - in una sorta di "shock
del ritorno". Sia le OBE che le paralisi con allucinazioni sono
vissute intensamente nell'attimo stesso in cui sono esperite e non vi
è spazio per le emozioni dirette, che irrompono invece come una
vampata successivamente alla presa di coscienza: cioè la vera
paura si respira dopo, quando la razionalità può riprendere
il sopravvento e si trova a fare i conti con qualcosa che è stato
incontrollabile.
La maggior parte dei tecnici della neurologia e della psicoterapia non
credono alla realtà oggettiva degli extraterrestri, e tanto meno
al fenomeno degli IR4. Non sappiamo però se abbiano avuto contatto
con qualche caso, e pensiamo di no. E' probabile, effettivamente, che
una parte dei risultati della casistica esistente sia frutto di un influenzamento
da parte di psichiatri che già credevano ai fenomeni di Incontro.
A questo proposito è bene ricordare che le memorie estratte sotto
ipnosi non sono probatorie di realtà, in sé e per sé,
ma devono essere conglobate alla vita del soggetto, ai suoi sogni, alle
fantasie e all'espressione creativa per avere un senso. Si tratta perciò
di condurre un lavoro approfondito sulle persone, e quindi le statistiche
che producono dati basati sulla testimonianza di centinaia di persone
sono probabilmente inattendibili, dato il lungo e complesso lavoro necessario
per srotolare in modo univoco le "vite parallele" dei soggetti
che riferiscono gli Incontri.
La paura espressa durante i racconti di IR4 tocca le corde delle esperienze
di violenza - quindi la paura è presente durante lo svolgersi
dei fatti - ma ha una vibrazione peculiare, perché si percepisce
una forte sensazione di diversità negli elementi del racconto,
che possono costringere il terapeuta a rivedere il suo proprio rapporto
con la paura, e a trasformarlo. Non è pensabile che si possano
ascoltare centinaia di casi di questo genere con la dovuta attenzione,
a meno che si sia totalmente non in contatto con la propria paura e
con se stessi. Va da sé che, data la particolarità che
l'ascolto terapeutico deve avere, questo atteggiamento renderebbe del
tutto invalidato qualsiasi lavoro di approfondimento.
Lavorare a fondo sulla paura dei soggetti porta sicuramente a scoprire
qualcosa di nuovo nella loro storia individuale: che si tratti di traumi
del passato di origine familiare o sociale, di una fragilità
dell'Io, di desideri di compensare un senso di inferiorità o
di fatti realmente, oggettivamente avvenuti, è qualcosa che possiamo
sapere solo stando molto a lungo con queste persone, aperti ad accettare
qualsiasi possibilità.
Cosa dobbiamo veramente cercare? Ci sono in giro molte teorie e nessuna
esposizione di una metodologia di lavoro seriamente condotto. In questo
senso - e riprendo l'affermazione all'inizio - l'approccio al fenomeno
deve essere cauto, tenendo presente ogni genere di teoria. Ma ci deve
essere il supporto di un grande rigore professionale: prima fra tutti,
la regola di non parlare in senso definitivo di ciò che non si
conosce direttamente.
Ognuno di noi ha un suo modo di vivere e di utilizzare le esperienze.
Sono i nostri bisogni a dirigere l'atteggiamento che abbiamo verso l'esterno
e l'interpretazione dei fatti. Chi è vissuto con un desiderio
non colmato di affetto, e ha scelto una strategia di ritiro nei confronti
dei propri sentimenti, vede negli extraterrestri il nemico. Ma anche
chi li vede a priori come portatori di una luce nuova sta facendo i
conti con qualcosa che ha a che fare con la ricerca d'amore. Odio e
amore sono due facce della stessa realtà, e da sempre l'essere
umano si aspetta che l'Amore arrivi dall'alto, dal cielo. Solo un sano
rapporto con questo tipo di Forza - insieme a una conoscenza coltivata
- consente l'esplorazione profonda e disincantata dei fenomeni dell'Universo.
© Giulia M. d'Ambrosio
(1)
Bruno Severi - "La Sleep Paralysis e gli Alieni" - Quaderni
di Parapsicologia, Ed. C.S.P., vol. XXIX, marzo 1998, nr.1
(2) Carl Gustav Jung - "L'Uomo e i suoi Simboli" -
Ed. Cortina, 1983
(3) REM significa "Rapid Eyes Movements", movimenti
rapidi degli occhi; si osservano quando una persona sta sognando. Questa
fase del sonno è accompagnata da un completo rilassamento di
tutte le strutture muscolari.
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